domenica 30 ottobre 2011

Ma cosa c'è dentro la zucca?

Essendo nata il 31 ottobre, essendo un'insegnante, ed essendo amante dei gatti, sì perché purtroppo quì centrano anche loro, mi sento in dovere di parlarvi di HALLOWEEN, per incoraggiare voi a proteggere i vostri figli da questa "festa demoniaca".

Ha un successo commerciale incontestabile, è la festa per travestirsi, decorare la casa e il giardino, per offrire caramelle ai bambini, quindi . . . è una festa per tutti! ma con che coraggio si va a dare il "Buon Halloween" ?
Ma in realtà cosa c'è dentro la zucca ? Sai cos'è la festa di Halloween? Conosci le sue origini? Sicuramente no! Allora ti scrivo quì tutta la sua storia  . . . . e come si dice: " Se la conosci . . . la eviti!".

ORIGINI DI HALLOWEEN
Le origini di Halloween risalgono dunque agli antichi druidi celti, e quindi a circa 2000 anni fa. I Celti vivevano in un vasto territorio che oggi è occupato dalla Francia, l’Inghilterra, il Galles e la Scozia, l’Irlanda, e celebravano la vigilia del nuovo anno, il 31 ottobre, in onore di Samhain, il principe della morte. Siccome il loro sostentamento principale era l’agricoltura, nella notte del 31 ottobre (la notte di fine estate) i Celti festeggiavano Samhain, una divinità oscura che i mortali ringraziavano per i raccolti estivi. Si trattava del "Trinox Samhain" o capodanno celtico. Quindi è evidente l’origine pagana della festa. Samhain era il Signore degli Inferi che, con l’arrivo dell’inverno, cancellava la potenza del dio sole, suo eterno rivale. Samhain venne così tradizionalmente identificato con il dio dei morti, o semplicemente con la luna, che spesso appare nell’iconografia di Halloween. Samain è anche il nome gaelico del mese che corrispondeva suppergiù a novembre. Il giorno di Samhain segnava dunque l’inizio invernale della metà dell’anno, e fu chiamato per questo il giorno in mezzo agli anni. L’essere "in mezzo agli anni" veniva considerato un momento magico: le barriere tra il mondo dei vivi e quello degli spiriti si assottigliavano tanto da permettere a questi ultimi di tornare sulla terra comunicare con i vivi. I Celti credevano che in questo giorno gli spiriti malvagi dei morti, ritornavano per creare confusione e caos fra i viventi. La festa doveva placare Samhain e gli spiriti dei defunti. All’inizio, in questa giornata, si onoravano tutti i morti, compresi i primi santi cristiani, ma con il passare del tempo, incredibilmente, questi spiriti assunsero un connotato diabolico e malvagio. Fu così che, durante le celebrazioni per Halloween, apparvero rappresentazioni di fantasmi, scheletri, simboli della morte, del diavolo e di altre creature maligne, come le streghe. Pipistrelli, gatti neri, la luna piena, streghe, fantasmi, ecc. questi simboli hanno poco a che vedere con la iniziale e celtica vigilia di Samhain. Qualcuno li ha aggiunti abusivamente. Nella cerimonia celtica però era già presente un particolare che ha fatto da apripista all’inglobamento di simboli esoterici: i partecipanti dovevano vestirsi con pelli e teste d'animali, al fine di acquistare la forza dell’animale rappresentato e spaventare (sic!) così gli spiriti malvagi che erano presenti.

LA LEGGENDA  

L’antica leggenda irlandese racconta che Jack, un fabbro malvagio, perverso e tirchio, una notte d’Ognissanti, dopo l’ennesima bevuta viene colto da un attacco mortale di cirrosi epatica. Il diavolo nel reclamare la sua anima viene raggirato da Jack (sic!) e si trova costretto ad esaudire alcuni suoi desideri, tra i quali quello di lasciarlo in vita, giungendo ad un patto con cui rinunciava all’anima del reprobo. Jack, ignaro dell’effetto della malattia, muore un anno dopo. Rifiutato in Paradiso, Jack non trova posto nemmeno all’inferno a causa del patto con diavolo. A modo di rito il poveraccio intaglia una grossa rapa mettendovi all’interno della brace fiammante, a luogo della dannazione eterna. Con questa lanterna, Jack, fantasma, torna nel mondo dei vivi. Gli irlandesi, colpiti dalla carestia, immigrarono in America verso il 1850. Approdati nel nuovo mondo, trovarono un enormità di zucche che, a differenza delle piccole rape indigene, erano sufficientemente grandi da essere intagliate. Così le zucche sostituirono le rape e divennero le Jack o lantern, utilizzate la notte d’Ognissanti perché si pensava di tenere lontani gli spiriti inquieti dei morti che tentavano, come Jack, di tornare a casa. I bambini oggi si travestono e fanno visita alle famiglie guidati dalla lanterna-zucca e ottengono dolci in cambio della loro "benevolenza". "Trick - or - treat" è l’usanza del "dolcetto o scherzetto" [...], il significato originale è: "maledizione o sacrificio".
Questa festa, affermatasi e diffusasi negli U.S.A., è stata importata dagli Stati Uniti in Europa e quindi in Italia con maschere che mirano solo ad esaltare un clima negativo, un clima macabro, fatto di horror, di stregonesco, di occulto, agganciandosi e diffondendo una pericolosa e deleteria cultura magica?
E’ possibile che tutti quei simboli dell’Horror (pipistrelli, streghe, fantasmi, vampiri, morti che tornano, ecc.) non hanno suscitato almeno una giusta perplessità?
E’ possibile che l’unico modo per divertirsi è riesumare LA FIERA DELL’ HORROR?
Bisogna per forza divertirsi solo con diavoli, fantasmi, streghe, pipistrelli, e quanto altro di lugubre viene propinato?
Negli Stati Uniti succede un fenomeno curioso: la vigilia di Ognissanti scompaiono dei gatti neri. La protezione degli animali di Chicago, sorpresa dall'esplosione di questo fenomeno di scomparse misteriose alla fine di ottobre, ha deciso di vietare l'adozione di questi neri felini durante la stagione di Halloween.



PER RIFLETTERE . . . . .

Da qualche tempo Halloween seduce anche degli insegnanti che desiderano nutrire l'immaginazione dei ragazzi e aprire nuove vie per l'espressione diversificata. Però, senza rendersi conto, queste attività pedagogiche esaltano la paura, l'irrazionale e la morte! A prescindere dall'innegabile interesse del giovane pubblico, si è preso il tempo per analizzare i fondamenti di Halloween e i processi educativi che derivano dalla partecipazione dei ragazzi? È una festa banale, educativa o nociva? 

Io mi domando, ma perché quest'attrazione per l'occulto, la morte, la paura, i personaggi lugubri e mostruosi legato al mondo delle tenebre?
Da dove viene questa ricerca del macabro, del sinistro, del lugubre?
È forse la fine del razionalismo e il ritorno al medioevo oppure semplicemente un modo innocuo di ridere per esorcizzare le nostre paure?
Se poi aggiungi certe serie televisive, film o cartoni animati che presentano fantasmi, vampiri e talvolta serial killer, ma come fai a non porti delle domande?
Insomma quale eredità vogliamo trasmettere?
La nostra società è in preda alla depressione, alla violenza e alla morte. Non sarebbe meglio promuovere dei valori positivi, degli atteggiamenti morali e spirituali che edificano la personalità dei giovani e di conseguenza la società di domani?

Faccio una proposta: perché non insegnare un’altra festa popolare americana? Il prossimo quarto giovedì di novembre ci sarà la molto Yankee, ma di sicura edificazione, Festa del Ringraziamento.
Se tanto amiamo identificarci con quel popolo, perché non partecipare anche a questo evento, ci troveremo così anche noi riuniti intorno al tavolo a gustare il succulento tacchino della mamma ed a ringraziare il Signore per la sua generosa provvidenza!
Oh, Yeah!

ADESSO CHE LO SAI . . . . . . . 


guarda il video: Dietro le maschere di Halloween

Per saperne di più clicca qui: Halloween 

Leggi questo è interessante, anche se è un'articolo dell'annoscorso: Festa pagana

venerdì 28 ottobre 2011

La tela di Penelope

In questo periodo sto lavorando ad un quadro a punto croce e mi è successso per distrazione, di aver sbagliato e disfatto un pezzo del lavoro, il quale avevo impiegato un giorno per fare quello solo!
Mi è venuta alla mente, Penelope, non so se sapete chi era e che cosa ha fatto ........

quasi quasi nell'attesa di terminare il mio quadretto, vi racconto della tela di Penelope, sperando di non fare come lei! Ah ah ah ...


Innanzitutto, Penelope (dal greco . Πηνελόπεια, -ας, poi Πηνελόπη, -ης; lat. Pēnĕlŏpe, -es), era un personaggio della mitologia greca, figlia di Icaro e di Policaste (o di Peribea), moglie di Ulisse, madre di Telemaco e cugina di Elena. Prende il nome da un mito riguardante la sua infanzia: quando nacque fu gettata in mare ( poverina!) per ordine del padre e fu salvata da alcune anatre che, tenendola a galla, la portarono verso la spiaggia più vicina. Dopo questo evento, i genitori la ripresero con loro e le diedero il nome di Penelope, che non a caso significa "anatra". Già il suo nome era tutto un programma ........  

Un giorno il marito Ulisse partì per la guerra a Troia, e Penelope aspettò per venti anni  il suo ritorno. Nel fra tempo le fu chesto di scegliere fra i proci, nobili pretendenti, un nuovo marito. Allora Penelope, fedele ad Ulisse, scogitò lo stratagemma della tela: di giorno tesseva, mentre di notte lo disfaceva.  L'astuta donna promise  ai proci che avrebbe scelto il futuro marito solo al termine del lavoro e così rimandava all'infinito il momento della scelta. Però, purtroppo l'astuzia di Penelope durò solo per poco meno di quattro anni, perché un'ancella la scoprì una notte mentre disfaceva la tela. La traditrice riferì tutto ai proci l'inganno della regina. alla fine ulisse tornò, uccise i proci e si ricongiunse alla moglie e tornato a casa, Ulisse potè di nuovo godere della moglie, la rese incinta di altri due figli, oltre a Telemaco: Arcesilao e Poliporte.

Sembra che Penelope sia il simbolo per antonomasia della fedeltà coniugale femminile.
Infine, tutt'oggi, si rammenta la Tela di Penelope per riferirsi ad un lavoro buono nelle intenzioni ma "impossibile", che non potrà mai avere termine perchè ogni volta ricomincia daccapo.

Nooo! Speriamo di no! Anche perché non vedo l'ora di averlo finito e di poterlo pubblicare nel mio Blog e poi una volta terminato lo appenderò alla parete del mio salotto. Non vi dico cosa ricamo, perchè è una sorpresa che, sicuramente piacerà anche a voi.

Beh via adesso vi lascio! Vado a lavorare al mio quadretto, se no faccio davvero come la Tela di Penelope. Mi da l'impressione che non finisca mai uffaaa !!!
Ciao a presto! :)


Ah dimenticavo! Se volete approfondire cliccate qui: Personaggi della mitologia greca, Ulisse, Telemaco, Elena, La Tela di Penelope,

lunedì 24 ottobre 2011

Veder cadere le foglie

E con l'arrivo dell'autunno vediamo cadere le foglie dagli alberi ..... ancora un'altra bella poesia, di N. Hikmet. Io quando cadono le foglie non mi lacero dentro ... perché sono d'accordo con Dio.



Le foglie che cadono



Veder cadere le foglie mi lacera dentro
soprattutto le foglie dei viali
soprattutto se sono ippocastani
soprattutto se passano dei bimbi
soprattutto se il celo è sereno
soprattutto se ho avutto, quel giorno,
una buona  notizia
soprattutto se il cuore, quel giorno,
non mi fa male
soprattutto se credo, quel giorno,
quella che amo mi ami
soprattutto se quel giorno
mi sento d'accordo
con gli uomini e con me stesso.
Veder cadere le foglie mi lacera dentro
soprattutto le foglie dei viali
dei viali d'ippocastani.

domenica 23 ottobre 2011

Albero autunnale

Voglio dare il benvenuto all'autunno e dire:" Arivederci estate, alla prossima! ", con questa poesia di J. Gullen Orfeo

Albero autunnale


Già matura
la foglia pe sereno suo distacco
discende
nel cielo sempre verde dello stagno.
Nel calmo
languore della fine, l'autunno s'immedesima.
Dolcissima
la foglia s'abbandona al puro gelo.
Sott'acqua
con incessanti foglie va l'albero al suo Dio.



Bellissima non la conoscevo fino ad adesso. Mi piace soprattutto dove dice: " Va l'albero al suo Dio", e la foto trovata su internet è molto azzeccata!

Autunno

Una poesia sull'Autunno di Gianni Rodari. Molto carina, io amante dei gatti, mi piace l'immagine di questo gattino che gioca con le foglie rosse e gialle, colori tipici di questa stagione, che cadono dall'albero, come delle farfalle.


L'autunno


Il gatto rincorre le foglie
secche sul marciapiede.
Le contende (vive le crede)
alla scopa che le raccoglie.

Quelle che da rami alti
scendono rosse e gialle
sono certo farfalle
che sfidano i suoi salti.

La lenta morte dell'anno
non è per lui che un bel gioco,
e per gli uomini che ne fanno
al tramonto un lieto fuoco.


venerdì 21 ottobre 2011

Mary Blair: la cretività fatta persona

21 ottobre 2011
Oggi aprendo Google ho trovato questo bellissimo e coloratissimo Doodle. Non ho potuto fare ammeno di salvarmelo nel mio Personal computer. E così ne si aggiunge un'altro alla mia collezione "Doodles di Google".

Questo nuovo Doodle è dedicato ai 100° Anniversario del compleanno di Mary Blair, una delle collaboratrici più importanti della cinematografia di Walt Disney. Mary Blair  nacque il 21 ottobre 1911 a McAlester (Ocklahoma, Usa) e il suo vero nome era Mary Browne Robinson. Il logo di Google mostra i colori tanto cari alla disegnatrice americana.

Voglio essere sincera, non conoscevo questo straordinario personaggio femminile, ma grazie a Google ho potuto farlo. Mary Blair era una creativa proprio come me, è per questo che mi piace moltissimo.

Mary Blair è stata la creatrice di molti personaggi della Wolt Disney, molto conosciuti come, "Alice nel paese delle meraviglie", "Piter Pan" e "Cenerentola" . Nel 1933 si diplomò al California Institute of the Arts e si fece apprezzare come pittrice di acquarelli. Nel 1934 sposò il suo collega e compagno di studi Lee Blair. Nel 1938 sostituì il marito alla "Metro-Goldwyn-Mayer per la lavorazione del film "Pinocchio". Ma dopo il 1939 anche lei passò alla Wolt Disney e lavorò per "Fantasia" e "Lilly e il vagabondo". Nel 1941 accompagnò Walt Disney nel suo viaggio in Sud America, dopo il quale Disney le affidò la supervisione artistica di "Saludos amigos" (1942) e di "I tre caballeros" (1944).
Negli anni 1950 partecipò alla realizzazione dei classici Disney "Cenerentola", "Alice nel paese delle meraviglie" (1951) e "Le avventure di pinocchio (1953). Mary Blair morì a causa di una emorragia cerebrale il 26 luglio 1978, all'eta di 66 anni. Nel 1991, dopo la sua morte, fu premiata come Disney Legend..

Mary Blair (1911-1978)
Mary fu anche una illustratrice di libri per l'infanzia. E' l'autrice del libro dal titolo "The Golden Book of Little Verses" che, purtroppo non si trova più nelle librerie, perché per varie vicissitudini è stato messo fuori catalogo da 40 anni.
Si tratta di un’opera che ha saputo conquistare i più piccoli perchè conteneva disegni che sembravano fatti da loro stessi, contenenti ingenuità e candore, ma con una sapienza e un’arte superiore. Insomma disegni in grado di affascinare e conquistare, capaci di entrare nel cuore dei più piccoli e non solo.



Queste immagini che vi mostro qui sotto le ho trovate navigando su internet.


Cinderella



 "Cenerentola" è la mia preferita. Ecco qui un'immagine è il momento in cui Cenerentola arriva al castello per il ballo.











Cinderella


Qui accanto un'altra scena di "Cenerentola".













 
 



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